19 Marzo, 2024

Una regione in cambiamento: Il sistema mediorientale tra nuove dinamiche geopolitiche e antiche rivalità

L’area del Medio Oriente negli ultimi è stata interessata da profondi mutamenti che ne stanno mutando radicalmente equilibri consolidati. Tali mutamenti hanno, inoltre, aperto prospettive di sviluppo e di ingerenza a “nuovi” attori che prima o non erano presenti o avevano un raggio d’azione più limitato.

Per rendere conto e analizzare questa complessa e fluida situazione l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia in collaborazione con il Mine Action Italy – Osservatorio su Guerra di Mine, Sminamento, Riconversione industriale e Riabilitazione aveva organizzato un incontro che prendevano in esame aspetti specifici al fine di offrire un’analisi precisa e dettagliata. Ora quei contenuti trovano spazio in un’agile pubblicazione curata da Andrea Plebani, ricercatore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Anna Lisa Pinchetti, docente a contratto di Geopolitica presso lo stesso ateneo, dal titolo Una regione in cambiamento: Il sistema mediorientale tra nuove dinamiche geopolitiche e antiche rivalità e suddiviso in sei capitoli che prendono in esame gli attori coinvolti nell’area.

Il primo capitolo di Armando Sanguini analizza il ruolo dell’Arabia Saudita con le sue rinnovate aspirazioni egemoniche che però nascondono svariate contraddizioni interne. Indubbiamente un momento di svolta è stata l’ascesa al potere di Mohammad bin Salman, una figura centrale ma anche alquanto complessa.

In opposizione alle strategie saudite si trova l’Iran che è il tema del secondo capitolo scritto da Michele Brunelli. Teheran è probabilmente l’attore regionale che ha saputo meglio sfruttare i mutamenti profondi della regione, insinuandosi in vari teatri e rafforzando la sua presenza. Centrale per la sua politica regionale è la prossimità alla cosiddetta “mezzaluna sciita”. Ciò porta a riflettere sia sull’evoluzione storica dell’Iran, da sempre Paese centrale nella regione, sia sull’importanza nell’attuale Medio Oriente della polarizzazione settaria tra sunniti guidati dall’Arabia Saudita e sciiti guidati da Teheran e inseriti nel cosiddetto asse di resistenza.

Alessia Melcangi guida invece il lettore alla scoperta della geopolitica dell’Egitto che pur attraversando un momento difficile resta un attore centrale per la regione sia mediorientale sia del nord Africa dove ha un ruolo prominente nella crisi libica. L’attivismo geopolitico dell’Egitto mira a far tornare il Paese quel centro nevralgico politico che fu in passato.

Il quarto capitolo si occupa di un attore esterno alla regione, gli Stati Uniti. Alessandro Quarenghi analizza le diverse agende politiche tra l’amministrazione Obama e quella di Trump che, malgrado le differenze tra le due figure presidenziali, risultano essere piuttosto similari su interessi e scopi. Questo è sicuramente un aspetto interessante, e assolutamente condivisibile, ma che non sempre viene messo in evidenza.

Il capitolo successivo è quello che ho curato io occupandomi di un altro attore esterno, ovvero la Russia. Ho cercato di mettere in evidenza sia le modalità operative sia le motivazioni di Mosca in questo nuovo interventismo, sorprendente sotto alcuni aspetti, nella regione. Spiego il perché il concetto di guerra ibrida non sia efficace come strumento teorico-interpretativo e quindi il fatto che il Cremlino abbia un disegno strategico ben delineato che va oltre la Siria e che mira a rendere il Paese un punto di riferimento geopolitico per la regione.

L’ultimo capitolo, curato da Giorgio Battisti, prende in esame l’Italia. L’autore sottolinea il ruolo in prima linea del nostro Paese nei vari teatri della regione, dall’Iraq al Libano alla Libia, ma mette anche in luce le divisioni interne che sommate alle tensioni esterne legate ai partner nel Mediterraneo che limitano in modo sostanziale le potenzialità di Roma che quindi si trova a subire, e non a gestire, le varie sfide. Manca altresì un approccio sistemico da parte dell’Italia in grado di orientare le scelte sul lungo periodo.

Dunque il testo è di facile lettura e agile nei suoi contenuti il che lo rende perfetto per farsi un’idea delle varie problematiche della regione e per approfondire specifici aspetti dei vari attori coinvolti.

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